Novità nelle possibilità terapeutiche per il trattamento della Malattia di Crohn

Le novità terapeutiche

Già da diversi anni anche in Italia sono disponibili i farmaci “biologici” come Infliximab e Adalimumab. Si tratta di anticorpi monoclonali - ossia estremamente specifici - diretti contro la citochina TNF-α, prodotta principalmente dalle cellule infiammatorie. L’uso di questi farmaci è attualmente approvato in Italia per:

  • Malattia di Crohn in fase attiva, di grado grave in pazienti che non hanno risposto o sono intolleranti o hanno controindicazioni alla terapia con cortisonici o immunosoppressori quali l’Azatioprina/6-Mercaptopurina.


  • Malattia di Crohn fistolizzante perianale in fase attiva, (dopo che il chirurgo abbia escluso la presenza di ascessi o li abbia drenati).


Benché questi farmaci si debbano utilizzare con attenzione e siano necessari degli stretti controlli presso un centro di riferimento, la tendenza attuale è di utilizzarli precocemente in presenza di fattori di rischio di aggressività della malattia.

L’Infliximab si somministra per via endovenosa in ospedale e recentemente anche in auto-somministrazione, l’Adalimumab è auto-somministrabile da parte del paziente per via sottocutanea attraverso una penna/siringa pronta per l’uso.

Oltre all’Infliximab e all’Adalimumab, sono stati approvati altri due farmaci per il trattamento della Malattia di Crohn moderata-grave che sono il Vedolizumab (Ab monoclonale anti integrina che si somministra per via endovenosa) e la Ustekinumab, (Ab monoclonale anti interleuchina 12/23) che si somministra per via endovenosa (solo la prima dose) e poi viene utilizzato il trattamento sottocutaneo. Da evitare terapie omeopatiche o a base di erbe senza alcun fondamento scientifico. Possono essere addirittura dannose di per sé e perché ritardano l’inizio di terapie adeguate.

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